Razgatlioglu vince anche gara2 facendo quasi finta di fare fatica.
Bautista si stende per stargli dietro e il podio si chiude con Bulega e Lowes.
Le gare sono belle perché dietro c’è la lotta vera mentre il turco caousce che se fa un po’ finta di far fatica, può festeggiare meglio. La sensazione che ci prenda in giro, c’è tutta.
Razgatlioglu, Bulega, Lowes, Iannone, Petrucci, Rea, VDMark, Gerloff, Vierge, Aegerter. I dieci al traguardo cambiano un po’ di ordine e manca Bautista che si stende per lottare con un Razgatlioglu che fa con lui lo stesso gioco che fa con tutti, ovvero quello di far avvicinare gli avversari e poi tirare l’elastico fino a quando non si spezza. C’è chi rinuncia e c’è chi cade. Bautista cade ma fa vedere fino a quel momento che non è finito come si dice.
Di diverso rispetto alle altre due gare c’è un Bulega appuntito e velocissimo e uno Iannone competitivo che però non sale sul podio. Un po’ in difficoltà Petrucci, infastidito dal vento e rallentato da una lunga lotta con VDMark che però, alla fine, porta a casa un quinto posto che fino a qualche settimana fa, sarebbe stato impensabile, visto il brutto incidente recente.
Degni di nota Alex Lowes, che fa fare brutti pensieri su Rea, Van Der Mark, che pare finalmente e magicamente “sbloccato” e gli ultimi in top ten che questa volta sono Gerloff, Vierge e Aegerter. L’americano intristisce perché sa di occasione persa e ci si chiede come andrà con la Kawasaki l’anno prossimo, Vierge rimane un mistero curioso perché ci si chiede se sia lui a mancare o Honda, mentre Aegerter sarà presumibilmente sostituito da Iannone il cui passaggio in Yamaha abbiamo anticipato ieri qui.
Tutte cose che, lasciatecelo dire, non cambiano minimamente il fatto che il campionato sembra più che deciso con un Razgatlioglu che superiore di polso e di moto, gioca con gli avversari. Ma il turco, scenette trite e ritrite a parte, è perfetto e indiscutibile.
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