Superbike, Phillip Island: Ducati e Aruba chiudono un pokerissimo! Bautista e Bulega ancora primi!

Nella domenica di Phillip Island è opportuno fare un unico pacchetto di Ducati Aruba contro tutti. La squadra raddoppia con Bulega in Supersport e con Bautista che vince anche Superpole Race e Gara2. Sul podio anche Rinaldi. Impressionanti!

 

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Anche questa volta è tutto molto facile da raccontare. Aruba Racing Ducati vince senza se e senza ma tutte le gare in programma. Inizia Bautista con una Superpole Race dominata insieme a Rinaldi. Niccolò Bulega continua a tingere il podio di rosso facendo doppietta in una gara interrotta dalla bandiera rossa per passaggio oche in pista (!!) per lasciare ancora la gloria al duo Bautista – Rinaldi, imbattibili e irraggiungibili per gli inseguitori che sembrano ormai più concentrati a sgomitare fra loro da lontano che a combattere quello che non si può nemmeno lontanamente imitare.

E’ il sogno di Aruba Racing che raccoglie, tutti insieme, come se si fossero incastrati in un distributore automatico capriccioso, tutti i frutti del mega lavoro fatto insieme a Ducati con cui completa uno dei binomi più felici di sempre. Difficilmente si sono visti risultati più logici di questo.

Bautista, Rinaldi, Locatelli, Bassani, Oettl, Lecuona, Aegerter, Rea, Petrucci, Gardner!
Gara 2 Superbike mostra uno strapotere rosso ancora più netto. I due vanno via e lasciano il terzo gradino del podio ad un Locatelli che solo alla fine viene avvicinato, si fa per dire, dall’altra Ducati di Bassani, quasi raggiunto da un’ennesima bolognese, quella di Oettl, in forma come in qualifica e decisamente meglio che sull’acqua. C’è poco da raccogliere per Lecuona, lontano, e Aegerter, comunque positivo, mentre è giornata nera per Rea, altalenante  per tutta la gara in una inutile lotta con Lowes.
Per Petrucci gara nei 10 davanti a Gardner ma va detto che entrambi sono favoriti dalla curvaccia di Lowes che si sdraia e sbarra il passo (facendolo fuori) ad un Razgatlioglu comunque opaco e perdente nel confronto diretto con i suoi avversari di sempre ma anche con il suo compagno di squadra che in Australia sembra molto più esperto di lui.
Errori e problemi tecnici a parte, non c’è alcuna minaccia per la Ducati di Bautista e, diciamolo, se la serenità lo accompagna, anche per quella di Rinaldi che deve solo imparare ad essere efficace da subito.

Ma le cose veramente brutte le mettono in pista le BMW e le Honda MIE.
Non è pensabile per una casa come quella di Monaco, che ha forse il prodotto di serie più equilibrato, collezionare figuracce da 30 secondi in su.
Per quanto riguarda Honda MIE, un’altra uscita imbarazzante che vede Syahrin e Granado arrivare con oltre un minuto di ritardo.

Due discorsi isolati quelli di Baldassarri e Sykes. il primo non ha chiaramente una moto all’altezza.
Il secondo fra problemi tecnici e aspettative forse troppo elevate, ha vissuto un triplo zero che lo lascia senza voto e con la tuta lacerata da una caduta inutile quando era già nel baratro.

I prossimi verdetti arriveranno la settimana prossima. Non bisognerà aspettare molto.

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