La cosa più stupida del week end, ovvero far correre l’Australian Superbike prima della Supersport, rovina la giornata a due classi e condiziona un mondiale già nel primo week end.
Un australiano qualsiasi rompe il motore e vaga per la pista inconsapevole, rendendo inagibili due curve. Un’ora e mezza persa, gara Supersport accorciata a 9 giri e partenza di gara2 SBK ritardatissima. Per fortuna lo spettacolo ripaga l’attesa.
Lowes, Bautista, Petrucci, Iannone, Bulega, Rinaldi, Gerloff, Van Der Mark, Aegerter. Questi i primi 10 al traguardo dopo una red flag che ha spezzato ogni pianificazione possibile.
Bandiera rossa per Jonathan Rea, demotivato in gara1, più vivo nella Superpole Race e infortunato dopo un brutto crash in gara2.
Detriti in pista, foratura per Gardner a causa di questi ultimi, un’altra rottura motore per Razgatlioglu, non è mancato nulla.
Nemmeno lo spettacolo, perché se Bulega manca all’appello (per lo meno rispetto a gara1), si rivedono invece i Lowes (sì, entrambi), Bautista e Rinaldi.
Iannone e soprattutto Petrucci, due gare strepitose, saranno invece protagonisti nel finale, proprio quando verrà a mancare Locatelli per un crash da emozione dell’ultimo giro, e calerà Rinaldi.
Per riassumere le forze in campo, Kawasaki funziona, più che altro con Lowes, Yamaha idem, più che altro con Locatelli, mentre BMW continua a soffrire come in passato.
Pe quanto riguarda gli estremi, a tante Ducati sempre affilate, persino con i debuttanti, si contrappongono 3 Honda (Lecuona è infortunato) inguardabili oltre i limiti.
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