Portimao Superbike: TRIPLETTA TURCA ma Bulega c’è!

Toprak Razgatlioglu fa tripletta e vince meritatamente contro un Bulega che non demerita!
Week end di gara perfetto con “sportellate vigorose” ma sempre corrette.
Una sola nota stonata: le lamentele BMW di Phillip Island e i festeggiamenti guerrafondai con ali e missili. Una cosa che in questo periodo dovrebbe rimanere fuori dallo sport. Per il resto, motociclisticamente, va tutto come deve andare. E in pista c’è il meglio del meglio!

 

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Gara1: Razgatlioglu, Bulega, Locatelli, Petrucci, Vierge, Van Der Mark, Iannone, Vierge, Bassani, Gardner.
Superpole Race: Razgatlioglu, Bulega, Bautista, Petrucci, Locatelli, Sam Lowes, Van Der Mark, Vierge, Lecuona.
Gara2: Razgatlioglu, Bulega, Bautista, Van Der Mark, Petrucci, Bassani, Lecuona, Aegerter, Montella.

Il week end di Phillip Island restituisce tre gare bellissime e combattute dall’esito niente affatto scontato. Se la classifica dice che Toprak Razgatlioglu su BMW sembra prendersi, tutte le volte, quello che gli spetta senza contraddittorio, Niccolo Bulega su Ducati è il suo nemico numero 1, pronto a prendersi la leadership alla minima indecisione del turco.

Non è un secondo posto di circostanza, quello dell’uomo Ducati, ormai ex rookie che deve fare esperienza. E’ una lotta curva dopo curva in cui il turco sa che deve rispondere ogni volta e deve, in tutte le occasioni, custodire una porta che non può mai essere lasciata aperta senza che l’italiano la spalanchi sbattendosela alle spalle. I due si sportellano per tre giorni. Ok, è tripletta turca ma il film non è affatto scontato.
In gara1 sul podio ci sale Locatelli davanti a Petrucci (che in gara2 in partenza vede entrargli la microfolle e poi la seconda) perché Alvaro Bautista va per terra, mentre in gara 2 lo spagnolo ritorna a festeggiare, anche se da lontano.
Le due gare, anzi tre, sono da commentare tutte insieme, come fossero un unico compendio, perché i temi sono gli stessi. Ducati potentissime, BMW che si regge su un uomo solo, Bimota in crescita (Bassani ritrovato) e Yamaha che fanno il possibile con un Locatelli che meriterebbe un po’ di più. In via di estinzione le Kawasaki “ufficiali” e ancora pericolose le Honda che migliorano giorno dopo giorno ma che, se vuoi spingere davvero, ti portano con loro nella ghiaia o sugli air fence (vedi red flag di gara2 causata proprio da un incidente di Vierge che ha bucato il pallone).  C’è anche uno Iannone a intermittenza, discreto in Gara1, evanescente in Superpole Race e pasticcione in Gara2. Fa un jump start che gli costa due long lap, ne fa solo uno e si becca anche un ride through fra le proteste del team che dice di aver visto solo una delle due sanzioni, sulla dashboard. Ci sarà da capire ma di certo Iannone non è irresistibile.

C’è poi tutto un esercito di comprimari che sono… troppo comprimari. Gente che prende 5 secondi comodi al giro non può dire di fare lo stesso sport. Il campionato è già diviso in due con 4-5 piloti a giocarsi il podio (3 quelli fissi), e il resto della comitiva a guardare da lontano. Un’ulteriore esercito di peones è troppo per un campionato che vorrebbe definirsi mondiale.
Peccato perchè si sono viste delle scazzottate (pulite, fra l’altro), che nemmeno nel copione di un film sulle moto.

Una nota sulle gomme: perfette sempre. Se ne parla sempre quando qualcosa non va, quindi giusto rendere merito.

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Gara1
Superpole Race
Gara2 (dopo la red flag)

 

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