Bautista, Razgatlioglu, Rea, Gerloff, Lowes, Gardner, Van Der Mark, Lecuona, Locatelli, Vierge. Una gara di una noia mortale regala a Ducati il titolo costruttori e a Bautista un ulteriore tassello di quello piloti.
Nel comprensorio dove abito, un comprensorio di campagna, c’è una piccola chiesetta che serve la comunità, ma è amministrata in modo un po’ randomico. Le messe saltano come i GP di Dorna e non sai mai chi troverai a celebrare. A volte arrivano dei preti stranieri che fai fatica persino a capirli. Un’altra volta uno ha risposto male ad un fedele e ne è nata una gazzarra. Insomma a messa da noi, non ci si annoia mai.
Sono andato tre volte e tre volte sono successe cose esotiche. La Superbike è l’esatto opposto.
In Gara1 a Portimao Vince Bautista dopo aver giocato con il pane al ristorante mentre si aspetta il primo. Ci si gioca un po’ e poi lo si fa sparire all’arrivo dell’ordinazione.
Razgatlioglu ci prova un po’, Rea parte malissimo e poi recupera, ma veramente non c’è altro. La guerra è quella che vede coinvolti Lowes, Van Der Mark (sempre impegnatissimo) e Bassani. Petrucci invece fa fatica come Locatelli, che rinviene solo nel finale.
Ok Gerloff, discreto Lowes e sorprendentemente a punto, una volta tanto, anche Gardner. Ma sono tutti personaggi secondari spesso nemmeno in lotta fra loro. Una cosa interessante? L’ennesima rottura per il povero Rinaldi che però, va detto, non stava di certo brillando, ai margini della top ten.
Domani tanto vale andare a messa.
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