Una gara per niente noiosa chiude il week end e regala a Pecco Bagnaia la leadership del mondiale (+10 su un Martin autolesionista) e a Ducati un Marquez che l’anno prossimo su una moto aggiornata potrà finalmente sfruttare il suo talento e ripagarsi l’ingaggio. Ottimo anche Alex Marquez, appena riconfermato e discreto persino Morbidelli, finalmente vicino alle posizioni che ci si aspettano da lui. Il resto è tutto più o meno secondo le attese.
Bagnaia, Marc Marquez, Alex Marquez, Bastianini, Morbidelli, Oliveira, Acosta, Bezzecchi, Binder, Fernandez a chiudere i 10.
Gara per niente noiosa e giocata su una leadership fragile, quella di Martin, che si conclude nella ghiaia per lo spagnolo.
Bagnaia ci crede sempre e, stronzate della pressione psicologica a parte, è lì ed è pronto ad approfittarne. Per Martin uno di quegli errori che a volte fa, a volte no.
Alle sue spalle c’è da preoccuparsi. Li batte chiaramente, i due fratelli Marquez, ma entrambi hanno la 2023 e l’anno prossimo il film potrebbe cambiare. Alex è sempre solido e sta lì per tutta la gara. Marc invece, dolorante e “antidolorificato”, partendo dalle 13ma casella dà veramente lezioni di guida. Il film pornografico che guarderanno in Ducati questa sera, è il cronologico di Marc con sotto la sua telemetria, perché il miracolo è questo. Non vanno male nemmeno Bastianini (che ‘stavolta è troppo lontano per fare il bodyguard a Bagnaia) e Morbidelli di cui tutti attendono lo sgonfiaggio, ma che invece tiene a differenza della gomma di Di Giannantonio che porta a casa una foraura. Le Aprilia funzionano solo in bianco con Oliveira e Fernandez mentre Bezzecchi migliora ma non abbastanza perché le arie pre campionato erano un po’ diverse.
Ritrovate anche le KTM di Acosta, soprattutto, e Binder ma l’incompiutezza austriaca fa pensare all’ultimo addio eccellente. Se lo possono permettere, a Mattighofen? Su Honda e Yamaha, solo una buona parola per Quartararo, a ridosso della top ten.
Il resto è roba che arriva veramente con calma. Marini prende 25 secondi, non va a punti e non è nemmeno la miglior Honda.
Non è chiaro l’entusiasmo costruttivo che tutte le settimane sentiamo da lui. Almeno gli altri fanno fatica ma se ne lamentano.
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