Perché la notizia del team VR46 è sfumata così come è balzata alle cronache?
Come mai VR ha dichiarato l’esistenza di un accordo per portare VR46 in MotoGP in partnership con Aramco ma nessuno ha chiesto realmente conto al gigante petrolifero saudita della cosa?
Anzi, come mai il gigante petrolifero saudita ha, in seguito e di sua iniziativa, dichiarato di non essere a conoscenza della notizia?
Iniziamo il pezzo con tre domande. Già il fatto che ce le poniamo, significa che siamo davanti a qualcosa di atipico.
Però partiamo con il presupposto che ci possiamo sbagliare e abbiamo capito male… e quindi chiediamoci come mai a Jerez sia venuta fuori una notizia così: VR46 in MotoGP già dal 2022 con Aramco. Nessuno ha pensato, vista la dimensione della notizia e il fatto che non sia stata smentita dall’interessato presente, che potesse essere una bufala. Con la stampa sportiva che abbiamo, non mi meraviglio. Ma quella finanziaria?
Il comunicato stampa di cui parliamo, affermava che il progetto sarebbe stato finanziato con denaro proveniente dall’Arabia Saudita, in particolare dall’interessamento del colosso petrolifero Aramco, sebbene la comunicazione stessa provenisse da Tanal Entertainment, una holding appartenente al principe Abdulaziz bin Abdullah Al Suad, un membro della famiglia reale saudita. Quindi un nome troppo grosso da poter essere messo in dubbio… ma è anche vero che partiamo comunque dal fatto che qualcuno parli di Aramco ma non sia la stessa Aramco a farlo. Non è normale.
In vista del GP di Jerez è stato diffuso un comunicato stampa che afferma che VR46 – la squadra di proprietà e gestita dallo stesso Valentino Rossi – avrebbe fatto il passo verso il Campionato del Mondo MotoGP a tempo pieno nel 2022. OK, questo va bene. VR46 può annunciare quello che vuole.
Un comunicato così non può non essere preso sul serio e non può essere messo in dubbio però, la stessa Aramco, avrebbe affermato di non essere a conoscenza di alcun contratto. E qui va un po’ meno bene.
Alla fine, quello che manca nel comunicato sono i virgolettati di entrambe le parti oltre ai dettagli finanziari. Una cosa mai vista per una situazione di questo tipo.
E’ come se fosse scappato fuori un documento ancora da completare. Peccato che però non si tratti di una fuga di notizie perché a rilasciarlo e a confermarlo è stata una delle parti in causa.
Nessuno poi, per riverenza o sudditanza mediatica ha pensato di incalzare lo stesso Valentino Rossi che ha dichiarato: “Sappiamo che abbiamo un accordo con Aramco per fare la squadra … ” “…Non so sinceramente perché Aramco dice che non lo sanno! “. E qualcuno avrebbe dovuto chiedere: ma l’accordo c’è o no? O ce l’hai o non ce l’hai. Altrimenti sembra come quando alle elementari tu sei fidanzato con una bambina ma lei non lo sa.
Chiunque altro sarebbe stato messo spalle al muro per un’eventuale fesseria ma non è stato questo il caso.
Sia chiaro, non sarebbe il primo caso di team fuffa.
E’ successo in un sacco di casi che team partiti sulla base di collaborazioni addirittura governative si siano rivelati una fregatura internazionale.
Basti pensare al team JR Racing, quello legato in Superbike alla Repubblica Dominicana e a Troy Corser, tirato in mezzo e sfruttato per mettere in piedi una mezza sòla, come si dice a Roma. Una fregatura.
Oppure al team Onde 2000 della Guinea Equatoriale in cui c’era di mezzo addirittura un governo. Però erano altri tempi e c’erano di mezzo altre entità.
In realtà le truffe fatte bene sono quelle in cui vengono spesi nomi talmente grossi da non poter essere messi in dubbio.
Noi però continuiamo sul nostro ragionamento “neutro”.
Nessuno dubita che VR46 stia pensando di sbarcare in MotoGP.
Nessuno dubita che vi riuscirà.
Chiunque sia un minimo informato però sa che questo deve accadere nel 2022, anno di scadenza degli slot in griglia.
Parliamo adesso di Aramco, che è spuntata fuori all’improvviso… supportando F1, Formula E e Dakar. Ma prima?
E’ proprio lo splendore recente che ha attirato l’attenzione nei confronti di situazioni “un po’ saudite” come queste.
Alcune organizzazioni umanitarie come Grant Liberty hanno evidenziato che l’Arabia Saudita come nazione, sotto i riflettori per accuse di mancato rispetto dei diritti umani, sarebbe sin troppo spesso protagonista di un’attività che si chiama “sport washing”… che vede l’investimento sportivo ed edilizio come ricerca di quella reputazione persa per altre ragioni.
Il calcio è pieno di evidenze come queste mentre il motorsport, almeno nelle due ruote, ci sta avendo a che fare da poco (vedi news relative al nuovo circuito di Mandalika, Indonesia, progetto accusato di essere sporcato dal mancato rispetto dei diritti umani dei locali).
Insomma quella che sembra essere solo una bella cosa (e sicuramente lo è), a molti fa storcere un po’ il naso.
All’estero, però. Da noi va sempre tutto bene.
Pensandoci, il mega progetto sembra tanto convenire a VR46, che trova uno sponsor per fare quello che vuole fare da sempre… eppure alla fine rischia di convenire soprattutto ai sauditi, dato che a livello internazionale (in Italia non ci si azzarda), VR46 è stata molto criticata per la partnership.
“Soprattutto Aramco negli ultimi anni ha supportato molti sport diversi dal calcio ed è anche molto nel motorsport. Supporta anche la Formula 1. Per noi è un partner importante e può aiutarci a fare squadra in MotoGP.” Ha detto Rossi.
Ma Rossi lo sa con chi si accinge ad avere a che fare?
E soprattutto: Aramco lo sa che ha una partnership in corso con Rossi?
La risposta sembrerebbe un doppio no.
E se invece qualcuno stesse cercando di truffare le parti in causa?
Ma dai non è possibile… ma ecco, fermi tutti!
Avete presente tutte quelle attività elencate a margine, ma nemmeno troppo, della partnership fra VR46 e Tanal, quelle che parlano di progetti edilizi, parchi a tema, etc?
Forse parte tutto da lì.
Sulla tuta di Marco Bezzecchi – pilota Moto2 di VR46 sono comparse patch con dicitura “KSA New Cities”.
E questo vuol dire che VR46 sta già degustando un mini antipasto di quello che dovrebbe essere il buffet saudita completo.
Oppure che qualcuno stia cercando di raggirare VR46 convincendola, grazie al mini antipasto di cui sopra, di una effettiva partnership in atto… di cui però gli interessati (Aramco) non sono a conoscenza anche se è stato speso il loro nome.
E se si fossero salvati tutti proprio per il fatto di essersi lasciati scappare la cosa?
Ci rendiamo conto che qualcuno forse si è portato un po’ avanti con l’immaginazione e con il business e che quindi è tutto appoggiato un po’ alla buona?
Cioè tipo che la stessa Petronas, colosso vero con soldi veri, si stia giocando le due Yamaha con VR46 la quale ha una partnership con un petroliere che ha dichiarato di non saperne nulla?
Chiaramente se ci sbagliamo qualcuno ci invii il comunicato di ARAMCO datato week end di Jerez.
Dopo ok, vuol dire che è cambiato qualcosa… ma la settimana scorsa perché nessuno ha chiesto conto della mancanza di comunicati o addirittura non si è insospettito davanti alle smentite di uno dei due partner?
Misterhelmet Gianluigi Ragno
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