Most, Gara2: cambia l’orchestra ma il direttore è sempre Razgatlioglu!

Razgatlioglu si prende anche Gara2 dopo Gara1 e Superpole Race. La tripletta però è chiusa con calma, ancora davanti a due italiani. A dividere il podio con lui, Bulega e Locatelli.
OUT Bautista e sorprendente IN, invece, Van der Mark. Il resto, come al solito, è molto poco.

 

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Razgatlioglu, Bulega, Locatelli, Gardner, Van der Mark, Rea, Rinaldi, Iannone, Lowes e Lecuona a chiudere i 10 dopo una penalità.
Il turco se la prende comoda e lo dice pure (“non ho spinto perché volevo vedere cosa succedeva se risparmiavo la gomma”) mentre alle sue spalle mancano i due protagonisti di ieri. Uno è sottotono (Iannone rinviene a fine gara), l’altro (Petrucci) non finisce nemmeno il primo giro, dato che fa out e porta con se anche Alvaro Bautista, davvero sfortunato in questa trasferta.
La sorpresa della gara, però, oltre ai soli 3 secondi e spicci portati a casa da Razgatlioglu, è la rinascita di Van der Mark, a lungo sul podio virtuale e poi comunque ottimo quinto. Non si fa in tempo a lamentarsi della sua sospetta inconsistenza (è perfetto per far mantenere le concessioni al suo compagno di squadra) che fa lo switch e porta a casa la gara “giusta” con tanto di best lap al giro2. Tutto ok, per carità, ma la cosa fa pensare.
Di buono a Most2 anche Rea (con il serbatoio vuoto gira bene a fine gara) e Rinaldi, finalmente efficace fino a metà  gara, quando arriva il solito calo.
Molto OK anche Gardner, segno che la Yamaha forse ha trovato qualcosa, come anche le Honda. Le jap, però, sarebbero due gradini indietro se ci fossero Petrucci e Bautista. La gara, però, è noiosa perché non c’è partita e chi vince e ha il controllo vero, quello che gli consente di gestire, lo utilizza anche dosandosi e spalmando gli equilibri, per non esagerare. Ma anche queste son cose che un po’ si vedono. A meno di non far finta di niente per qualche motivo.

 

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