A Mandalika va in scena la bella gara di Martin, che parte e va via, seguito sempre e solo da Acosta. Bezzecchi e Morbidelli fanno passare platealmente Bagnaia dopo averlo aspettato. Problema tecnico per Marc Marquez e crash di Bastianini.
Martin, Acosta, Bagnaia, Morbidelli, Bezzecchi, Vinales, Quartararo, Binder, Zarco, Raul Fernandez.
Questi i 10 al traguardo per una gara che ha visto arrivare a termine solo 12 piloti fra cadute e problemi tecnici.
La gara di Mandalika è a senso unico e la vince Martin senza repliche davanti ad Acosta, anche lui irraggiungibile.
Dietro però va in scena, non un complotto, né un biscotto, ma un’alleanza trasversale in cui Morbidelli si dimentica di essere compagno di squadra di Martin e fa passare Bagnaia. Lui e Bezzecchi lo aspettano platealmente e altrettanto platealmente lo fanno diventare veloce per differenza. Chi dice il contrario mente e non sa o non vuole leggere il foglio dei tempi. E’ veramente surreale che Morbidelli, alla sua prima vera gara decente, si dimentichi che il suo compagno di squadra è Martin e non Bagnaia, e che il team si chiami Pramac e non VR46 Academy. Va anche detto che bisogna pur rendere grazie a chi ti offre un contratto che altrimenti, viste le prestazioni degli ultimi anni, ti potresti solo sognare. Ecco, il vero rutto è questo, non quello di Acosta che, a fine gara, con i problemi che sappiamo tutti avere, fa un rutto nel pre podio.
Cosa manca, come considerazioni? Zarco migliore delle Honda, un assoluto e perentorio dominio Ducati, KTM come unica alternativa grazie ad Acosta (soprattutto) e a Binder, con qualche bagliore intermittente da parte di Aprilia che però è lontano dal poter essere chiamato qualità.
Sia chiaro, per me questa è una gara rovinata da un’appartenenza, quella a VR46, che non dovrebbe esistere se non in allenamento o a cena. In pista ci sono dei team, e mi pare che i colori delle moto siano fatti apposta affinché anche le persone con meno capacità, siano in grado di coglierli.
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