Bisogna avere veramente coraggio per dire che Marini è arrivato in MotoGP grazie a suo fratello e ci è rimasto per gli stessi motivi. E che è andato in Honda perché non c’era niente di meglio, in quel momento. Bisogna avere molto coraggio per dire che è poco più di un pilota medio, che come sviluppatore non ha alcuna esperienza e che come rider ufficiale sta facendo risultati inferiori anche a quelli di Bradl Di coraggio ce ne vuole molto perché, in Italia, se si prova a criticare Marini si diventa hater distruttori di un sogno etc etc. All’esterno non se lo filano nemmeno. Da noi si può solo lodare o ignorare per non dover dire quanto sta andando male. Una stampa perennemente prona, combattuta fra il dover ancora leccare i piedi a suo fratello e la paura di perdere una parte di fanbase (la più romantica) che Marini ha ereditato proprio da lui. Sono i fedelissimi che piangono e frignano ogni volta che esce un meme sul numero 10. Gli stessi che augurano la ghiaia a Marquez ma insorgono alla prima critica fatta al loro Maro. E io mi sono rotto.
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