Il flop colossale della Docu Series MotoGP Unlimited in onda su Amazon Prime e la sua cancellazione sono un grave sintomo per la MotoGP. Non raggiungerà mai il pubblico mainstream della Formula1.
La vastità del cazzo che gliene frega della MotGP a chi non è nel giro della MotoGP.
Come si può misurare questa vastità? Ve lo dico io.
Avete visto la prima stagione della Docu Series MotoGP Unlimited su Amazon?
Se sì è perché siete appassionati nemmeno di moto, ma di MotoGP e vi sorbite tutto quello che la riguarda. E quindi leggete anche i siti di merda perché siete divoratori di cose di moto…gp. Se no, non vi preoccupate, è normale. L’hanno vista in pochi al di fuori del giro degli appassionati.
E comunque i più hanno mollato dopo la prima puntata, perché non si capisce niente e non c’è quella che nel marketing si chiama “reason why” per una determinata action, sempre di marketing, che catturi una audience o un target mainstream, cioè che vada oltre quello specifica di riferimento (l’ho fatto apposta a parlare americheno). Un po’ come le gare di karate che facevo io. Belle eh, ma anche agli europei c’erano a malapena i parenti degli atleti mentre nelle partite di calcio di terza categoria è pieno di tifosi.
Il top del flop farlocco emerge sin dell’inizio in cui il più grosso aspetto thriller è legato al fatto che Bagnaia riesca o meno a farsi da solo il nodo della cravatta. Per fare un esempio, eh. Quando hai il coraggio di dedicare 2-3 minuti a una cosa così vuol dire che non ti vergogni di niente e soprattutto non hai niente di meglio da far vedere. Il resto del buco lo fanno le situazioni fintamente costruite, più finte della color correction che Barbara D’Urso fata di luce, levati proprio. Cieli viola, prati fluo, gomme arancioni, asfalto celeste, ma che cazzo… Per non parlare dei colpi di scena così fintamente casuali che nemmeno nei reality in cui trovano i diamanti nei container abbandonati di cui non pagano l’affitto. Questi ultimi fanno il resto, anzi non lo fanno, perché non c’è. Era già finito prima.
Nella docu series viene, e non è facile, trovato il modo di raccontare un campionato già finito l’anno prima di cui tutti sanno l’epilogo in un modo che diventino poco credibili anche le cose che sono successe veramente. Un po’ come quando il cazzaro del bar un giorno dice che ha vinto alla lotteria e non gi crede nessuno anche se è vero.
Ovviamente non si può dire che questa cosa realizzata da Media Pro (gli stessi delle Docu Series “All or Nothing” che invece vanno benissimo) è andata come il business di quello che vende vincotto all’inferno e quindi i siti di leccapiedi riportano “pare pare”, come si dice a Roma, le dichiarazioni che gli chiedono di riportare.
“Dorna congela le riprese della seconda stagione di MotoGP Unlimited”. Manuel Arroyo, Managing Director: Ciò che non vogliamo è fare le cose in fretta. Siamo molto soddisfatti del prodotto che è uscito fuori, però ci sono sempre aspetti che si possono migliorare.”
Tipo che magari un certo prodotto lo guardi anche qualcuno. E che la piattaforma dove lo produci non ti dica che visto come è andato l’anno scorso, per quest’anno, non fa niente.
Siamo molto soddisfatti però interrompiamo assomiglia a “ti lascio perché ti amo troppo” oppure “ti lascio perché lei ha più bisogno di me di quanto ne abbia tu”. Insomma una stronzata.
La verità è che la MotoGP ogni tanto prova ad essere come la Formula1 (e questa di Amazon aveva il sogno di rispondere alla Docu Series su Netflix che va in onda da parecchie stagioni) ma, mentre la Formula1 interessa a tutti, anche quelli che non guidano, la MotoGP non interessa nemmeno a tutti quelli che vanno in moto. A livello insiemistico, questa cosa è una strage. La MotoGP non si regge in piedi da sola e gli sponsor presenti, lo dimostrano. Ditemi se a parte un paio di casi il 90% dei brand non è assolutamente sconosciuto.
E inoltre continuiamo a guardarla con l’occhio di chi in MotoGP ci lavora e la paura di chi poi la settimana dopo deve incontrare nel paddock qualcuno che ci ha messo le mani. E questo non va bene perché a nessuno fa schifo mangiare dal proprio piatto. E’ un po’ come quando ti cade un biscotto per terra a casa tua. C’è chi soffia e lo mangia e chi mente.
Provate a farlo con il cliente pagante di un ristorante e vediamo cosa succede.
La verità è che non è facile essere ignorati in una piattaforma magica come Amazon Prime dove qualsiasi cosa, fa audience ed ha successo come una ragazza carina in un cantiere edile.
Il resto lo fanno le recensioni. Ditemi che ne pensate, quando a fatica riuscite a trovarle. Perché quando di un programma mancano anche quelle, oltre ai dati di ascolto, vuol dire che l’inferno è servito perché è successa la cosa peggiore possibile: non ti ha cagato nessuno e chi l’ha prodotta si vergogna.
“Vogliamo analizzare tutte le informazioni per poter prendere le migliori decisioni possibili. Se è necessario fare qualche cambio, lo faremo.”
Queste le parole di Arroyo che vorrei tranquillizzare. Nel senso che la miglior decisione possibile è stata già presa. Interrompere le riprese già a Austin.
E vuol dire che per quest’anno si salta, dato che riprendere adesso significherebbe offrire un prodotto con un buco temporale inaccettabile.
Ecco la verità di chiusura: la MotoGP, al di fuori della cerchia di appassionati, è messa malissimo. Una cosa brutta la puoi migliorare, ma una cosa di cui non frega niente a nessuno, come la salvi?
Vi chiedo, cosa pensate, nei commenti. E sappiate che se comincerete con qualcosa tipo “no dai, non è granché però nemmeno troppo terribile…” beh sappiate che dentro di voi l’avete già bocciata ma vi trattenete solo perché, in fondo, siete appassionati di moto e vi sorbite tutto dato che alla fine siete brave persone e vi dispiace massacrare lo sport che amate.
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