L’americano della Yamaha ha vinto meritatamente ma il jump start per il quale Petrucci è stato punito, più lo guardi e più non c’è, anzi…
Sembra quasi si sommi ad un eccesso di sicurezza verso un ospite un po’… “ingombrante”. C’è un video, ma prima la sua spiegazione. E infatti, ricorso accolto mentre lavoro a questo pezzo.
Ma vi meritate un video con un video dentro!
Non è che sarebbe finita tanto diversamente, perché sono tanti i temi da trattare, ma il jump start, nella gara1 di Barber, Alabama, non ha aiutato. 5 secondi sono sempre 5 secondi anche quando ne prendi oltre 20.
Parliamo del jump start che, dalle inquadrature offerte dalla tv americana, tutte dall’altro lato, sembrava evidente. E dico sembrava, perché da questi altri video, a varie velocità, non solo sembra che Petrucci non sia partito prima ma sembra anche che sia partito dopo e la cosa che abbia tratto in inganno sia soprattutto la microimpennata della Ducati. Sappiamo tutti che non c’è miglior jump start, partenza anticipata, di quello fatto con la moto che salta davvero. Diciamo che è la versione classica. Però guardando il video, sembra che o la partenza anticipata è collettiva, o non c’è.
Alla fine, come è andata la gara lo abbiamo scritto qui, e non sarebbe cambiato molto.
Però Danilo è stato chiaro:
“1) mi scivolava la moto da sotto il sedere
2) in frenata si saltava
3) le gomme che abbiamo usato non c’entravano niente con quelle che avevamo utilizzato qui per i test. Queste erano di legno e di questo legno me ne sono capitate spesso.”
Non è che allude, Petrucci, non è tipo, però chiaramente uno che si gioca un titolo al debutto, su piste che non conosce guidando una moto che non conosce, contro gente che su certe piste ci può girare bendata, se è ad un passo dal vincerlo, poi vuole portarlo a casa. E allora inizia a fare tutte le valutazioni che gli vengono in mente.
Comprese quelle che si possono fare dall’esterno e che colgono un po’ di fastidio nel fatto che uno che arriva da fuori, vince 3 gare di seguito, cazzia tutti per il livello di sicurezza, e poi mette in fila un’intera stagione con tutti podi tranne due volte in cui arriva quarto (questa di Barber è la terza). E si becca anche delle penalità pretestuose per essersi fatto valere. Insomma un rompicoglioni che dà sì prestigio per il suo blasone, ma che non deve esagerare.
Gagne, a meno di catastrofi astrali o puttanate ultraterrene, lo vincerà lo stesso, questo MotoAmerica. E visto il numero di vittorie e gli episodi schiaccianti con cui sono avvenute, NESSUNO SE LO MERITA PIU’ DI LUI.
Però potrebbe anche venire il dubbio che per sicurezza si decida di essere abbondanti su un episodio che forse poteva anche non esserci, come si era già stati abbondanti per le penalità e per la tolleranza con cui le sportellate venivano punite solo da una parte.
Quindi forse biscotto no, però nella foto ci stava bene.
Basta guardare il video. E colpo di scena, nella notte, mentre siamo andati a dormire dopo aver scritto il pezzo, il ricorso viene accolto!
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