Nell’ultimo video mi sono trovato a spiegare il senso del clickbait, di come funziona, con qualche esempio, e del perché è fatto in un certo modo. Oggi vi racconterò un tipo di clickbait ancora più squallido spiegando il motivo per il quale alcuni eventi importanti del nostro settore vengono ignorati mentre altri che non sono motociclisticamente rilevanti, diventano stranamente ed incomprensibilmente importanti.
Ne affronterò due: La tragica morte di uno spettatore alla Dakar e il ritorno alle corse di Andrea Iannone, con un pizzico di Valentino Rossi. Quello c’è sempre ma non è colpa mia.
Parliamo dell’incidente alla Dakar
Potete chiaramente commentare nel merito, massima libertà, ma non è l’incidente l’argomento del video, bensì il mezzo per parlare di una cosa.
Innanzitutto dobbiamo dispiacerci perché è venuta a mancare una persona e quindi bisogna essere vicini a tutti quelli che le volevano bene. E poi dobbiamo essere preoccupati perché si è aperta una grossa falla nella sicurezza di un evento che di pericoli ne nasconde già tanti. Detto questo, il tema è: La notizia, andava data?
Tutte le notizie vanno date, altrimenti parliamo di autocensura, ma vanno date con educazione, rispetto e secondo l’etica giornalistica. Parliamo ovviamente non dei media disperati acchiappaclick e mainstream ma di quelli del nostro settore, che dovrebbero fare prima di tutto una selezione fra quello che è motociclistico, quello che lo è in parte e quello che non lo è per niente.
Se io leggo che durante una tappa della Dakar c’è stato un incidente mortale per uno spettatore è una notizia. Perfetto.
Se io poi oltre al pezzo già scritto leggo un’altro articolo dedicato alla morte dello spettatore, magari con dettagli pruriginosi etc, inizia a non andare bene perché il tale sito, giornale etc inizia ad andar fuori dal suo settore e ad occuparsi di cose che non lo riguardano. Male.
Brutto è questo esempio è col video.
Inutile utilizzare la scusante di far vedere che il pilota non ha colpe. Nessun pilota ha colpa se uno gli attraversa il percorso. A che serve il video?
Se poi addirittura vedo un articolo che dice: guardate dov’era la persona, con in copertina una foto del malcapitato, estratta da un video a sua volta rubato, con un articolo/post fatto appositamente per la curiosità morbosa degli sfigati, dopo che la notizia è già trita e ritrita, allora vuol dire che siamo al clickbait da senso di inferiorità e bisogno di attenzione senza nemmeno avere un elemento multimediale a supporto. Fermare l’immagine per far vedere come uno muore è proprio l’ultima frontiera.
Ma del resto da chi aveva rubato la foto di Salom appena morto non mi aspetto molto.
Non vi ricordate? Ve lo ricordo io. In occasione della Morte di Luis Salom c’erano delle foto scattate da un fotografo spagnolo. Per rispetto alla famiglia Dorna e il fotografo decisero di non diffonderle e fu fatto divieto a tutti. Qualcuno le fotografo dallo schermo del pc del fotografo e se le vendette. Serviva fotografare il morto e pubblicarlo? La stessa persona che ha estratto il video della persona morta alla Dakar. NON E’ LIBERTA’ DI STAMPA, NON E’ SFIDA ALLA CENSURA come ci arrampica sugli specchi a dire. Non viene offerta al pubblico un’informazione in più, non viene sfidato un regime, non viene dato un elemento di valutazione in più. Semplicemente viene sacrificato allo scopo di lucro personale il rispetto per una persona, offrendola al popolo indecente.
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Perché un sito di moto specializzato lo fa? Perché lo vede come l’occasione del rilancio mainstream della vita. Un sito che pur noto nel suo ambito non è conosciuto dal pubblico generalista, vede una chance di redenzione, diffusione, click, salto di qualità. Un modo per essere ripreso da Dagospia e compagnia o semplicemente sgomitare nel suo settore.
Un po’ come se al cronista di paese della redazione regionale di un quotidiano, capitasse l’omicidio dell’anno. Però almeno quella è una notizia vera. Qui la notizia non c’è.
Il fotogramma dello spettatore che sta per essere schiacciato da un camion, a cosa serve se non a condividerselo fra sfigati su whatsapp seduti al cesso? Cos’ha di motociclistico in senso stretto? Sei una testata specialistica di moto se pubblichi la foto di un poveretto che sta per morire? Sei una testata specialistica di sciacalli.
Parte2
Cos’ha di motociclistico il ritorno di Iannone?
Se vi aspettate una retrospettiva ritardata di 4 anni sulla sua squalifica , non è questo il caso anche perché il tema è stato trattato molto bene in un sacco di posti con diversi punti di vista. Riassuntino:
Per me Iannone, molto concentrato sul suo aspetto fisico e in virtù anche delle sue frequentazioni, ha ceduto ad un prodotto che ne aumentasse la muscolarità. Per me.
Ha subito una sospensione lieve, nel ricorso non è stato capace di fornire ulteriori elementi a sua discolpa e pertanto ha subito una grossa squalifica. Per me è stato così. Non mi interessa se non ci guadagnava, se le tracce erano lievi, se è stato a sua insaputa e non mi interessa se qualcuno crede che con una bistecca sola si possa risultare positivi. Potete anche discuterne qui sotto nei commenti dimostrando di non aver capito di cosa parla il video eh, non ve lo posso impedire. Ma il video non parla di questo. Sto cercando di comunicarvi che, d’accordo o non d’accordo su quello che è successo, senza ulteriori elementi, la notizia su Iannone, per quanto riguarda il nostro settore finiva alla squalifica. E ricomincerà il giorno un cui sapremo che tornerà a correre per ulteriori dettagli sportivi tipo dove e con chi.
In mezzo ci sono 4 anni di Belen, Elodie, altre tizie, foto nudo, vacanze, messaggi automotivanti su instagram, scatti da poeta maledetto, Pechino Express, Ballando sotto le stelle, e tutta una serie di roba che sarà anche rispettabilissima ma con cui noi che ci occupiamo di motociclismo non c’entriamo niente.
Quindi cosa succede. Che chi si occupa professionalmente e onestamente di motociclismo, lascia perdere Iannone e continua a scrivere di moto, gare, motori, piloti in attività che fanno cose di motociclismo, etc. Chi invece è disperato perché deve fare click, visualizzazioni e spiccioli a tutti i costi, deve mettere la bandierina su robe che erano di moto ma che possono essere spremute perchè sono mainstream, generaliste.
Il morto alla Dakar oh è morto in una gara di moto, quindi oh è nostro!
Iannone è un pilota, che prima la signora di Vigevano no sapeva nemmeno chi fosse ma adesso sa che è un pilota che si è fatto Belen e va in TV. Quindi scatta il desiderio di portare ‘sta gente nelle moto. Iannone è nostrooo!!!
E quindi vediamo roba come questa
Uno dei pochi siti che parla di Iannone un modo tutto sommato corretto è Moto.it che lo accosta a situazioni motociclistiche. Per me sono superflue, non sono articoli che farei io, ma di certo non sono situazioni scorrette.
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Così come, per lo stesso motivo, Valentino Rossi anche se va a giocare con le Auto, a golf o a risiko, oppure va in vacanza, non passa al settore gossip o al nuovo sport di riferimento, no, rimane sempre legato alle riviste di moto. Perché è la maniglia verso il mainstream, visto dai disperati di moto, come l’ancora di salvezza del click. Una specie di VITALIZIO.
Le moto non se le caga mai nessuno. Scendi per strada e chiedi al primo che passa se conosce Razgatlioglu. Non lo sa. Sarebbe quasi perfetto se Razgatlioglu compiesse una strage in un supermercato. Cazzo ci sarebbe da parlarne per decenni rivendicando tutto i sacrifici di anni a rompercisi il cazzo per imparare a scrivere ‘sto cognome difficile. Al grido di il turco è nostro. Ce ne siamo occupati per anni e adesso che diventa cliccabile, lo volete voi? Noi non lo molliamo.
I siti di moto tornerebbe a filarseli qualcuno che non sia parte del segmento dei motociclisti, che è un segmento in estinzione.
Io francamente spero che prima che si estingua il segmento di motociclisti, si estinguano questi poveretti qui, questi accattoni qui, che sono quelli che avrebbero potuto investire sul movimento e sullo sport e invece hanno scelto di investire sui singoli personaggi, uno alla volta, che adesso si estinguono, uno alla volta, come è giusto si estingua la stampa demmerda personaggiocentrica.
Cari giornali e siti: la colpa è vostra. Avreste potuto investire sul motociclismo, sul movimento e invece avete scelto di investire sui singoli personaggi. Vi siete trasformati da esperti in accattoni e adesso vi trovate a frugare nell’immondizia come gli altri, con la differenza che gli altri hanno materiale sempre fresco mentre invece l’immondizia in cui dovete frugare voi è sempre la stessa e tutto ciò vi vende ancora più ridicoli. Invece che allontanarsi dalle moto, la gente si dovrebbe allontanare da voi
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