All’indomani di una sprint buttata al vento, Pecco Bagnaia ritrova coraggio, carattere e tranquillità (gesto dell’ombrello a parte) e regola tutti vincendo e convincendo con una gara perfetta. Martin, mai veramente in grado di impensierirlo, fa un week end intelligente e rimane in testa al mondiale con un buon vantaggio.
Il più costante di tutti, però, è Marc Marquez, due podi in due gare, terzo a due punti da Bagnaia in classifica generale e vera variante imprevedibile del campionato. E il tutto senza aver ancora vinto una gara.
Bagnaia, Martin, Marquez, Espargaro, Di Giannantonio, Raul Fernandez, Alex Marquez, Brad Binder, Fabio Quartararo, Miguel Oliveira.
Questi i primi dieci al traguardo ma, sia chiaro, la gara è a due e lo stesso Marquez rimedia dieci secondi e mezzo dopo essere riuscito in una delle sue super rimonte, a colmare un gap impressionante da chi lo precedeva. In questo, al di là del suo terzo posto in classifica generale e al di là del fatto che non ha ancora vinto una gara con Ducati, lo spagnolo è il più preoccupante del lotto in quanto a margini di crescita. Se lui con una GP23 che conosce da poco, lotta per il mondiale senza aver ancora vinto una gara, qualcun altro non sta facendo a pieno il suo dovere.
Bagnaia imbattibile, senza se e senza ma, perfettamente recuperato dal tracollo di ieri, Martin furbo e giustamente calcolatore per rimanere al top, chiudono il trio degli esseri superiori perché Aleix Espargaro (alla sua ultima stagione), non riesce a ripetersi rispetto alla sprint e tiene duro solo fino all’arrivo di Marquez, limitandosi poi a marcarlo da vicino senza provare mai a restituire il sorpasso.
Out Acosta, brillantissimo ma sempre frettoloso e comunque in grado di rientrare abbondantemente a punti, tredicesimo anche grazie alla follia etilica di Bastianini che sbaglia un long lap dovuto ad un taglio, gliene assegnano due che non rispetta pienamente, incassa un ride through che non esegue e alla fine si becca oltre 30 secondi di punizione da recidivo. Una cosa di una follia senza senso e d’altri tempi che, diciamolo, toglie ogni dubbio sulla sua idoneità a rimanere in rosso per la stagione prossima.
Il resto dei partecipanti, se c’è, non si vede. I buoni sono Di Giannantonio, Alex Marquez, e Raul Fernandez, gli opachi sono Oliveira, Quartararo, Binder, Bezzecchi e Vinales e gli indecenti sono tutte le Honda e Morbidelli che trova il modo di rovinare la sua gara una volta tanto che non sta prendendo ventate.
Marini prende 36 secondi abbondanti e peggio di lui fanno solo Bradl, Bastianini penalizzato e Rins in crisi mistica.
Per la Honda è un’altra gita inutile per andare a incastonare un’altra figuraccia.
Il Mugello rischia di essere caldo. La sintesi dice che nessuno dovrebbe distrarsi perché quello che non ha ancora vinto e che conosce meno la moto, sembra più felice e pericoloso degli altri due in testa al mondiale.
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