Nell’evento per il decennale della vittoria Mondiale di Carlos Checa e Althea su Ducati a Moto dei Miti, il mega museo storico ed emozionale creato da Genesio Bevilacqua, come presentatore dell’evento non ho potuto fare il Misterhelmet e fare le domande “giuste”. Non ce n’è stato bisogno.
I sassolini dalla scarpa sono saltati fuori con aneddoti, storie e racconti, oltre a dichiarazioni che ci hanno spiegato come ha fatto una squadra privata che è diventata ufficiale l’anno dopo aver vinto, a portare a casa un mondiale che dopo dieci anni Ducati non è ancora riustita a ripetere. E soprattutto come ha fatto Carlos Checa che in carriera non aveva mai vinto un mondiale e che in partenza i book makers davano 51:1, a battere Max Biaggi e Marco Melandri, che invece erano le Superstars predestinate del campionato delle derivate di serie. Il tutto con una struttura privata di un team che quell’anno si era pagato una moto in cui Ducati aveva detto esplicitamente di non credere, dato che pensava ad altro.
Alla fine Carlos Checa è sempre un gentleman ma questo non significa che le cose non abbia voglia di dirle.
“Ducati non ha creduto in questa moto e ci ha lasciati soli ma noi abbiamo vinto lo stesso. Forse quel mondiale avrei potuto vincerlo anche un anno prima nel team ufficiale, se ci avessero creduto, ma va bene anche così”.
E’ una consapevolezza maturata nel tempo, quella dell’unico spagnolo ad aver vinto un mondiale Superbike, che deve aver capito come giravano le cose dopo averle guardate a freddo e da lontano, anche aiutato dagli eventi che sono seguiti.
E’ un analista, “El toro”. E da lui arrivano un paio di macigni su Ducati e sul mondiale Superbike.
Nell’intervista trovate le risposte alle domande:
Come mai la Superbike è in declino?
Quali sono le colpe?
Chi sono gli eredi di Jonathan Rea e come mai il nord irlandese ha ucciso la Superbike?
Chi è il pilota ufficiale giusto per Ducati MotoGP?
Cosa bisognerebbe fare per risolvere i problemi di Ducati?
Ma se pensate che Carlos sia il pilota che si presta alle polemiche e si fa manipolare solo perché è facile lasciarsi lusingare e trasportare nel giorno della sua festa, vi sbagliate.
La ricetta per Ducati, ce l’ha: deve provarla uno bravo ma… non lui. Insomma del tutto fuori sincrono rispetto agli sparasentenze che tanto fanno comodo agli acchiappaclick di oggi.
Forse è per questo che Carlos Checa è old school, nel senso buono, ed è anche per questo che forse, in un mondo che ha dimenticato le cose concrete, lui è il suo team sono stati gli ultimi a vincere in un certo modo.
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