Ci sono dei segnali inequivocabili che ti fanno capire di essere durante le vacanze natalizie. Le luminarie, il film Una Poltrona per due trasmesso in TV e… BMW che a a dicembre, ha già vinto il successivo Mondiale Superbike.
Sotto questo aspetto, all’americana, diciamo, abbiamo assistito negli anni ad un perfezionamento della tradizione, che ha acquisito sfaccettature caratteristiche che hanno reso la cosa una barzelletta per BMW e per chi si fa portatore di queste invenzioni. E’ andata così:
Inizialmente qualche rivista, forse molto grata della nota generosità tedesca ha iniziato per sudditanza e per raccattare qualche click, ad attribuire ai bavaresi qualche buon risultato nei test, così, per agitare un po’ le acque e per dare qualche merito ad una casa che da anni spende milioni per niente.
Qualcun altro, a rilancio, si è spinto a parlare di record, il tutto senza tempi e senza transponder o in pista da soli. Nonostante le sghignazzate dei fans, dovute al fatto che durante la stagione successiva i risultati non erano proporzionati, si è deciso di andare avanti e perfezionarsi. E partito uno, come in una gara a rilancio, si sono associati anche altri.
Lo step successivo e più recente è ormai l’abitudine da parte di piloti BMW, e addirittura dei team che cercano di convincere sponsor e pubblico di essere i predestinati. Tutto senza mai mostrare fatti concreti. Qualcosa di simile ad un buon tempo verificato e non solo fatto trapelare, o al fatto di girare sulle stesse piste di chi il campionato lo vince, magari usando un transpondere aiutarebbe, ma niente.
Ma questa è la parte comica. C’è un altro lato della medaglia su cui è ormai scolpito un miracolo al contrario.
Il miracolo inverso di BMW che nonostante la moto di serie migliore del lotto, non riesce a vincere niente di importante.
E’ un dato di fatto. la BMW S1000 ha vinto mondiali Stock schiaffeggiando gli avversari, gare e campionati nazionali senza difficoltà, ma al momento di passare dalla serie alla derivata di serie, il buio.
Di fatto BMW fa prodotti eccellenti e se la può giocare con tutti. Badovini, De Rosa, Reiterberger con l’europeo. Tutto perfetto. Ma appena ci mettono le mani i tecnici il sogno sfuma. E questo il miracolo al contrario.
Non spagnoli o Italiani, che sanno migliorare gli aspetti racing di un prodotto di serie, ma i tedeschi, che con BMW negli anni sono riusciti a fare sempre scelte rigorosamente sbagliate bruciando milioni.
Esempi? Scelta di forcellone, piastre, settaggio delle forcelle con la convinzione di saperne evidentemente più di Ohlins e Showa, l’elettronica ostinatamente anomala e troppo vicina a quella automobilistica, hanno trasformato piloti con capacità reali come Torres, Baz e addirittura Sykes, in piloti che hanno in pratica chiuso la carriera o sono finiti nelle retrovie o a piedi.
Ma la capacità dei tedeschi non è solo quella di incasinare le cose da soli quanto quella di scegliersi anche i partner meno capaci possibile, questo per non avere problemi di concorrenza interna. Feel Racing con cui era arrivata qualche vittoria e un titolo stock? Poco gestibili. Althea con cui è arrivato un titolo stock e qualche buon piazzamento? Non ne parliamo… e i due team italiani proprio non ne volevano sapere di suicidarsi a livello di immagine.
Shawn Muir Racing è l’ideale. Una squadra che è riuscita, nonostante sponsor milionari far andar male BMW, poi Aprilia, poi ancora BMW ma che è perfetta per i tedeschi perché sbriga la logistica, non ha pretese che magari hanno quelli che le corse le sanno fare e quindi non mette a nudo le lacune dei tedeschi in ambito racing minandone l’autostima.
Una combo micidiale inversa nonostante investimenti incredibili. I risultati parlano chiaro.Da anni BMW è il miracolo di inverno ma poi fa fatica a vincere una gara. E non si tratta solo di non vincere il titolo ma di non riuscire nemmeno a giocarsela. I tedeschi maestri del prodotto di serie, da anni sembra facciano di tutto per non vincere. A parte l’anno prossimo ovviamente, perché dai giornali e dalle dichiarazioni, il mondiale è cosa fatta.
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