Hanno parlato tutti e quindi voglio dire anch’io la mia, velocemente, sullo scazzo fra Bautista e Carrasco.
E dico Bautista e Carrasco, non Bautista e LA Carrasco, proprio perché voglio offrire un trattamento paritario e voglio parlare di piloti, non di uomini e donne.
E’ successa una cosa molto brutta? Sì, ma non quella che dice qualche sfigato buonista.
E non è questione di punti di vista ma di cronometro.
La verità, senza andare a guardare il foglio dei tempi che renderebbe tutto ancora più impietoso, è che Carrasco ha girato, quando è andata bene, 7 secondi più lenta, quando è andata bene. Con traiettorie a volte abbastanza esotiche e con situazioni di 11 secondi più lenta degli avversari. E sono numeri inutili perché oltre i 4 secondi sei già un corpo estraneo e ti devi levare velocemente dal cazzo.
Quindi se un pilota come Bautista è caduto o anche ha perso un giro importante per questo motivo, fa bene a rilevarlo. Non ha offeso nessuno, Ha semplicemente detto che il pilota Carrasco era in mezzo ai piedi e lo ha fatto andare nello sporco con conseguente caduta. Carrasco ha girato come un pilota che non fa parte del contesto di quei test.Questo ha detto Bautista.
PRIMA COSA. In un mondo di pagliacci perbenisti buffoni e burattini Alvaro Bautista, che ricordiamo è il campione in carica della Superbike, ha detto quello che pensava. Non ha insultato nessuno ed è quindi da applaudire per questo.
Bautista è da applaudire perché ha trattato Carrasco come un suo pari, come un pilota e non come una donna e gli ha detto cose da pilota, non da donna. Non ha giudicato il suo sedere, i suoi capelli, le sue tette ma la sua guida. Non ha avuto riguardi per il fatto che Carrasco sia una donna. Questa è la più grande forma di rispetto possibile.
SECONDA COSA: Ana Carrasco, prima vuole cimentarsi con gli uomini e poi parla di atteggiamenti maschilisti quando non ci riesce. Ana Carrasco è un pilota assolutamente rispettabile di Supersport 300, dove le differenze fisiche con gli uomini possono essere annullate e ha fatto anche gare discrete in altre categorie. Purtroppo non è un pilota da mondiale Supersport e non può correre con gli uomini. Quindi non è maschilismo. E’ motociclismo.
Non ho mai visto Alessia Polita, Paola Cazzola, Katia Pongsen o Letizia Marchetti rompere i coglioni.
Eppure hanno corso in periodi in cui per le donne era molto più difficile di adesso dato che nessuno regalava niente e di certo non c’era il mee too imperante salvaculo che c’è adesso.
Il motociclismo è uno sport violento. Più violento della Boxe. Più violento delle arti marziali, perché oltre al corpo a corpo ha il cronometro. E’ lo sport più sessista che c’è.
O ti uccide il cronometro o ti uccide il corpo a corpo o ti uccidono tutti e due insieme.
Quindi c’è solo una soluzione per non rompere i coglioni e realizzarsi: fare le gare del proprio livello e non crearsi false aspettative.
Esiste un motociclismo femminile? Esistono dei campionati misti ma alla portata? Ecco.
Alle donne dico: Ana Carrasco è stata trattata da Bautista, non da donna, ma da pilota. Vale di più. Alle donne dico: il rispetto e la compassione sono cose diverse.
Il rispetto si ottiene combattendo senza chiedere favoritismi. La compassione travestita da rispetto è un boccone avvelenato!
Chi dice che in pista è successa una cosa brutta tra Bautista e la Carrasco, ha ragione.
E’ successo che un pilota fermo ha fatto rischiare la vita a uno che è lì per giocarsi il mondiale. Niente di più. Se uno è fermo gli devi dire che è fermo, se gli dici un’altra cosa, sei disonesto e Bautista non è un disonesto.
Chi strumentalizza tutto questo e si mette a parlare di modi, toni, educazione, opportunità, in pista o fuori, è uno sfigato perché fa benaltrismo e si rifiuta di dare ragione all’unica cosa che conta nel motociclismo: il cronometro.
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