Un out di Bautista, peraltro solitario, è un evento così raro che il team owner
Stefano Cecconi va ai microfoni a spiegarlo. Un semplice errore che diventa un’occasione persa per Ducati, ecco perché!
Razgatlioglu, Bassani, Rea, Locatelli, Rinaldi, Ray, Baz, Redding, Petrucci, Lecuona.
Bautista che non vince è un evento. Bautista che va out, è un altro evento ancora che, per andare a trovare riscontri costringe a spingersi molto indietro nel tempo e riporta ANCHE alla mente quel maledetto 2019 in cui mezza stagione fu magica e mezza fu disastrosa.
Non è questo il caso. Alvaro ha pestato una riga bianca per aver allargato troppo e cercato di recuperare la linea giusta.
Fine della gara.
L’occasione persa è quella di Ducati che avrebbe potuto mettere qualcun altro sul gradino più alto del podio e invece ci è andata solo vicina. La verità emerge prepotente: SENZA BAUTISTA DUCATI NON VINCE.
Il resto della giornata è fatto di gente che ha fatto (alla grande) il suo dovere.
Razgatlioglu è l’anti Bautista unico e solo. Senza lo spagnolo, comanda lui.
Rea si deve leccare le ferite e arriva terzo anche senza l’uomo in rosso. Questo sì deve essere fastidioso.
Bassani è l’intermezzo piacevole. Dove non arriva Locatelli, arriva lui, che batte anche Rinaldi e sul letto del fiume Santerno si incaglia un vaffa a chi non lo vuole accanto allo spagnolo l’anno prossimo.
Mauri e i suoi scalano zitti e poco supportati (non quanto gli altri), le gerarchie Ducati e non chiedono niente.
Bassani è il montanaro perfetto. Onesto, sincero, e col ceffone pronto. Se non gli vuoi bene non capisci niente.
Sarebbe stato bello avesse vinto ma la giustizia, quella tecnica e delle gerarchie, è quella di oggi.
Poi succederà anche una vittoria del capellone di montagna, ma non è oggi il giorno degli stravolgimenti. Il suo momento arriverà.
Il resto non cambia. RInaldi soffre, Petrucci di Più. Locatelli non è quello di ieri. Le Honda boccheggiano come le BMW che però sembrano poter fare quel qualcosa di meglio che comunque non arriva.
Il resto sono secondi che passano ad aspettare che arrivino piloti che sembrano correre un altro campionato.
Pur consapevoli che ci debbano essere dei privati, ok anche di serie B, c’è un limite a tutto.
Vi prego, sfoltite la griglia.
Il jolly della giornata è l’occhialuto Bradley Ray. L’idolo di tutti noi quattrocchi relegati in porta e messi fuori da ogni esperienza di gioco da cortile che andasse oltre il medium hard percepito. Quelli che ci provavano lo stesso e tornavano a casa con la montatura da ricomprare fra le urla potenti dei genitori. Bradley se ne frega e fa il triplo del suo dovere.
Il tutto in attesa di un altro evento fotocopia, diverso da quello di oggi.
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