Bagnaia imbattibile, Quartararo Miracoloso e A.Espargaro, confermato! Ottimi anche Bezzecchi e Marini e buonissime le KTM. Honda si affida a Nakagami mentre Marquez chiude il negozio per motivi di salute.
Ducati fortissime ma non decisive come ci si sarebbe aspettati ma almeno nel box non devono fingere felicità per le vittorie dei satelliti. Yamaha e Suzuki, indecenti!
Bagnaia, Quartararo, Espargaro, Zarco, Bezzecchi, Marini, Binder, Nakagami, Oliveira e Marquez a chiudere i 10.
La gara del Mugello è spettacolare più per gli esiti e i nomi a giocarsi la partita, che per gli avvenimenti in se, anche se risulta meno assurda delle qualifiche, quelle sì, al limite del fantascientifico.
Dopo una lunga serie di sorpassi in cui le moto italiane sono state protagoniste, Ducati vince ma convince a metà, partendo con presupposti e propositi di dominio per chiudere con un’unica moto sul podio perché le altre devono cedere.
La moto sul podio è nella posizione che conta, perché Bagnaia vince, ma non è quello il modo che ci si sarebbe aspettati.
Alla fine il GP d’Italia ha un eroe, Bagnaia, e un antieroe, a tratti più concreto, che convince di più, Quartararo.
Perché se Pecco è condannato alla vittoria per via degli zeri passati e della moto migliore del mondo (lo dimostrano tutti quelli che con la Ducati vanno forte), Quartararo spaventa per essere l’unico a far andare una Yamaha che si rivela vergognosa per il pacchetto che mette a disposizione dei suoi piloti. Diversamente dovremmo inquadrarli tutti come incapaci e rimbambiti oltre la decenza, con tanto di retrocessione in qualche campionato minore. A calci nel sedere. Yamaha dovrebbe portare Quartararo in braccio verso la firma di qualsiasi contratto che il francese vorrebbe.
Tornando alla gara, al Mugello, ci sono anche delle conferme. Quella di Aprilia che sale sul podio con Espargaro per la quarta volta di seguito e che inizia ad avere anche un Vinales credibile, e quella delle Suzuki che definire allo sbando, è un eufemismo. Honda si affida a Nakagami perché gli altri non esistono e Marquez si accinge ad abbassare la serranda per un tot di tempo per andarsi ad operare ancora, mentre KTM, che galleggia in top ten, non dovrebbe toccare niente e invece mette in discussione Binder e Oliveira che sono gli unici che funzionano.
C’è spazio anche per la gloria degli inattesi. Per il team Gresini che vede un Di Giannantonio comunque rinato grazie ad una pole magica e ad una gara ok, con l’ombra di un Bastianini che paga la voglia di strafare, e per il team Mooney VR46 che fa, come per un copione che sembra scritto, la sua miglior gara della stagione con due piloti comodi in top ten. Fra i due da rimarcare è Bezzecchi. Decisamente migliore di Marini e a questo punto interessante anche per Ducati. Alla fine, il talento vince sempre sui favoritismi. Magari ci mette un po’, ma alla fine è quello che pesa di più.
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