Servendo in tavola il piatto di casa Espargaro, che consiste nel parlare tanto e male del prossimo il giorno dopo una bella gara, e forse per fare un favore al fratello, Aleix Espargaro ha attaccato Marquez sulla storia delle scie.
Non parlerò del fatto che i due fratelli hanno vinto insieme in carriera in tutte le classi (e sono ben più vecchi) meno gare di Marquez lo scorso anno, né del fatto che quest’ultimo è evidentemente in difficoltà come un leone ferito. Né tirerò in ballo il fatto che gli stessi Espargaro sono stati cintura nera di scia, quando ne hanno avuto bisogno. Lamentarsene è un privilegio consentito a pochi piloti come Miller, che sono sempre rimasti coerenti.
Parlerò però del fatto che, individuato un bersaglio grosso, e individuata la possibilità di ridimensionarlo anche rispetto al fratello, in difficoltà più di lui, Aleix ha pensato di rimediare consenso e attenzione,
risultato in parte ottenuto. Espargaro non ha capito, però, che tipo di consenso sta ottenendo. Non quello dei tifosi che si è guadagnato, ma quello degli haters di MM93, che andrebbero a dar ragione a chiunque, pur di dare addosso al campione.
E’ un consenso che ha la stessa durata del latte fresco: pochi giorni. Perché a questa gente non interessa niente di lui, e sarà pronta a buttarsi dalla parte del prossimo che attaccherà il Marquez che tanto odiano.
La verità è che Marquez, che è in evidente difficoltà, in Aprilia sarebbe preferito a qualunque Espargaro, anche se fosse ancora più rotto e malfunzionante di così, e l’unico motivo per il quale non è corteggiato da Noale, è perché Aprilia non se lo può permettere. Altrimenti la casa italiana, e tutte le altre, lo preferirebbero a cinquanta Espargaro sommati insieme, con buona pace di chi lo odia. Nessun addetto ai lavori del mondo dei motori che sia sano di mente, farebbe una scelta diversa.
Anche Valentino Rossi è stato attaccato, a fine carriera, ma c’erano attacchi gratuiti di odio, e attacchi giustificati dai suoi risultati che ormai da troppo tempo non arrivavano più. Gli è stato dato molto più tempo. Nel caso di Marquez, almeno per adesso, è diverso. E’ ferito, ma è ancora il Re Leone.
A parte le lotte per il territorio o per una supremazia, quasi sempre lotte incruente e necessarie, avete mai visto un felino attaccarne un altro, soprattutto di specie diversa?
Lo fa però la iena, e nemmeno da sola, perché non ce la fa. Le serve qualche pari del suo branco.
Eppure anche negli ultimi momenti, un leone ha il guizzo per potersi liberare di un buon numero di sciacalli che sbagliano i calcoli.
E anche dovesse soccombere, sarà stato sempre leone, mentre gli altri, sempre sciacalli, che non si trasformeranno in leoni nemmeno quando quest’ultimo non ci sarà più.
Ora c’è solo da decidere se godersi lo spettacolo della natura che fa il suo corso o trasformarsi in iena per aiutarne altre.
A Espargaro, invece, consiglierei di lavorare su se stesso, per raggiungere quota 2 vittorie in carriera.
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