Petrucci ha rotto il cazzo. Due volte.
Ve lo dico. In due modi ed in tutti i sensi.
Il primo è che deve averlo rotto davvero, altrimenti certe cose non si spiegano.
Alcune sue uscite alla Dakar, ormai troppe, iniziano ad essere viziate da problemi tecnici e intoppi che sinceramente potrebbero essere evitati.
Piccole disattenzioni meccaniche, quasti da mille lire, insomma roba che una casa ufficiale, in una competizione ufficiale, non si può permettere.
Con l’aggiunta che un conto è correre in pista, dove se ti succede qualcosa cadi “in sicurezza” e poi ti accompagnano al box con lo scooter, un conto è cadere nel deserto. Se la moto si ammutolisce per una piccolezza mentre stai cercando di superare un ostacolo e batti la capoccia su una pietra, rischi di rimanere lì fino a che l’elicottero ti viene a pescare. Con calma…
E non credo si debba aggiungere altro.
La verità è che senza gridare al complottismo, la sensazione è che qualcuno abbia misurato male la partecipazione di Danilo alla Dakar.
Gli toccava, era la riparazione di un torto subito, lo portiamo, tanto cosa vuoi che combini… insomma andiamo morbidi. Con la gente morbida e l’impegno morbido.
E invece questo ha dato lezione ai top rider… si può dire? Umiliandoli.
Non dico che KTM stia punendo Petrux perché va troppo forte, ma di sicuro qualche domanda sugli specialisti se la fa, se un newcomer arriva e li mette dietro. Quindi insomma non è bello se a Petrux capitano delle cose, sia chiaro, però meglio a lui che ad altri. Anche perché quello che doveva dimostrare lo ha dimostrato. E quindi, dai, let’s take it easy.
Dal punto di vista racing, KTM assomiglia un po’ a BMW. Piuttosto che ammettere, dover spiegare… insomma ci siamo capiti.
E questa cosa qui, mi sa che non la penso solo io, se Petrucci lamenta apertamente una certa leggerezza da parte dei meccanici, chiedendosi come mai fra tutte le KTM si rompe solo la sua. Quella sensazione di essere non troppo gradito, un po’ estraneo al meccanismo… voi vi ci siete mai trovati?
E comunque Danilo ha rotto il cazzo due volte.
Primo, lo ha rotto KTM, andando più forte di quello che dovrebbe fare uno a cui viene regalato un biglietto per la Dakar.
Secondo, perché lamentandosi così non fa una cosa furba. Presta il fianco alle critiche di lamentosità, e di ricerca delle scuse di quello che insomma non è mai colpa sua se non va.
Ma dopo queste rotture, chiudiamo con una solida ma triste certezza.
Il fatto che da anni Danilo debba vivere un ciclo che si ripete all’infinito. Essere sottovalutato, poi criticato, poi dimostrare che vale, poi subire nonostante tutto, lamentarsi e via daccapo.
A noi la mattina tocca alzarci, a lui tocca risorgere…
Guarda il video e ascolta il podcast!
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