Mentre i giorni passano e nella storia fra Tanal e VR46 si raccolgono scadenze come si raccolgono punti del supermercato perché i 18 milioni promessi non arrivano, tutti sono silenziosi e immobili come lucertole.
Sta in silenzio chi i soldi li dovrebbe dare, dato che non sa più cosa inventare. Principe, portavoce, Ufficio Stampa e amico presentatore ex team manager: scomparsi.
Sta in silenzio chi li dovrebbe ricevere, perché deve decidere se ammettere che è stato preso in giro oppure dichiarare che non ci sono in tempi e bisogna quindi prendere un’altra strada.
Sta in silenzio chi ha parlato per mesi con sicurezza estrema dello sceicco fino a che, concretamente, è emerso che la faccenda proprio non regge più. 100 post al giorno, diventano 0.
A parlare è rimasto solo qualche irriducibile, qualche talebano che sembra quasi venga pagato perché una cosa ormai ridicola, sia creduta possibile.
Abbiamo una figura non bella di un team-azienda come la VR46, che non si capisce quali controlli abbia fatto e a chi si sia affidata.
Abbiamo una figuraccia totale della stampa di settore, che ha scritto 3500 articoli e nemmeno dopo la conferenza surreale del Principe ha avuto il coraggio di alzare la mano (fossi stato io sarei impazzito durante ed è il motivo per il quale forse non mi hanno invitato), nonché della stampa extra settore, che solo timidamente ha detto qualcosa.
Abbiamo una figura un po’ indecifrabile della stampa internazionale, che naturalmente vede la VR46 come un’entità infallibile e che quindi fa fatica a credere possa essere vittima di un smile farsa. Per non parlare del fatto che non è mai stata coinvolta direttamente. Se così fosse se ne sarebbe già accorta.
Abbiamo una figuraccia di Dorna che fa entrare senza alcuna verifica un po’ chiunque a parlare con Carmelo Ezpeleta e che non prende pubblicamente ed ufficialmente le distanze da quella che è chiaramente una farsa, nemmeno quando è evidente.
Ma quelli che fanno più tenerezza sono i fanboys, portaborse, faccendieri, giornalisti in pensione o in attività, che sostengono una cosa che da mesi non esiste più. Anzi, che non è mai esistita, al grido di “secondo voi è possibile che una grande azienda si faccia fregare così?” oppure “ma a chi gioverebbe tutto questo e come ci guadagna?”
È il momento di spiegarlo svelando altri retroscena sconvolgenti.
VR46 come terza scelta. Ad aprilia sono bastati 15 minuti
E’ un mistero che può essere spiegato solo con il fatto che Uccio Salucci e Alberto Tebaldi manchino del background per gestire certe cose. Senza offesa. La VR46 apparel e l’Accademy sono eccellenze nel loro campo ma per un certo tipo di business forse ci vogliono altri assetti.
E’ però sconvolgente che le chiavi della cassa del più grande sportivo italiano degli ultimi 20 anni siano in certe mani con certi margini di azione.
Tornando alla storia e al il trio Ternano-Saudita, Principe-Consigliere-Team Manager, voci non confermate né smentite ufficialmente da Aprilia ma che trovano riscontro da alcune fonti interne, parlano di un approccio precedente a quello di VR46.
Il consigliere-architetto, presentato ancora una volta da Giampiero Sacchi, che con Aprilia ha ancora contatti per via del suo passato, sarebbe stato liquidato in 15′. Meno ancora di quanto ci avrebbe messo ad essere congedato da Ducati quando cercò di proporgli un parco a tema che poi fu fatto a Mirabilandia. “C’ho questo amico che è amico di un principe”, in Aprilia non ha funzionato come con VR46 e con Dorna.
Aprilia (Piaggio), è un gigante a volte all’antica, ma che fa controlli rigorosi. Il passato racing ha insegnato molto e da quel momento Mister Colaninno i controlli li affida a società esterne a cui rimette certe decisioni in base a certi parametri. Piaggio è un’azienda di appalti governativi e non governativi, nazionali e internazionali. Queste cose le fa per mestiere, i controlli sono certificati e la giostra si ferma al primo allarme sicurezza. Non ci sarebbe da stupirsi se proprio essere accompagnato da Giampiero Sacchi avrebbe costituito titolo tutt’altro che preferenziale.
Per quanto riguarda il secondo team contattato prima di VR46 (fa ridere ma è così), una squadra privata importante, deve essere andato a senso o a conoscenza diretta, ma il risultato è stato identico.
Meno male che c’è VR46, che risponde alla prima domanda (come è stato possibile?).
Sono bravissimi ma in altre cose. Da oggi in poi siamo sicuri che saranno più bravi anche in queste.
È il momento della seconda domanda: a chi giova tutto questo e come ci guadagna?
E qui c’è da aver paura.
Con la pubblicazione su questo sito dei pezzi su Aramco, sul Principe e sul Consigliere, sono iniziate ad arrivare alcune segnalazioni sul medesimo, davvero impegnato in numerose attività megalitiche in diversi settori.
Oltre al progetto motociclistico, infatti, “l’architetto”, a nome del principe e della Holding Italo- Marocchina – Coreana (di cui è CEO italiano senza essere mai stato in Corea in vita sua) e delle sue emanazioni, sarebbe impegnato in molti altri mega progetti, alcuni dei quali illustrati e incrociati anche nei comunicati riguardanti la partnership con VR46.
Ed ecco a voi la realizzazione in contemporanea di:
a) 4 film per il cinema (la trilogia di Edward Loth più il film The Swordsman) , con attori come Steven Seagal, Daniel RedCliffe, Orlando Bloom, Tom Hardy, Sam Worthington, Luke Evans, oltre a un’altra decina di attori ed attrici cinesi e coreani tutti famosi. Oltre naturalmente al regista premio Oscar Coreano Bong Joon Ho, regista di Parasite e The Snowpiercer.
b) Diversi progetti di moda fra Italia, Korea e Arabia Saudita sotto il brand di Moda Live
c) Progetti musicali internazionali tramite la super band Coreana BTS, con megaconcerti e sponsorship legate al fashion.
d) Un paio di città nel deserto già note agli appassionati di motociclismo in quanto nominate nei comunicati
e) progetti edilizi di varie dimensioni (hotel, resort, aziende, fabbriche)
f) alcuni progetti sportivi da portare avanti nel tempo libero quali team di formula1, MotoGP e squadre di calcio di Serie A.
E’ tutto vero e negli ultimi giorni c’è stata una specie di gara a raccontare gli episodi più bizzarri, tutti però confermati da immagini, telefonate registrate e chat da parte di chi ha avuto a che fare con questi progetti ed episodi ed ha faticato a farsi pagare persino compensi da poche centinaia di euro.
Giro l’Italia col Doblò, mi annoio un po’!
“Ci sono probabilmente problemi personali”. E’ quello che prima o poi dicono tutti coloro che chiamano o scrivono per raccontare le loro esperienze con l’architetto che gira per il centro Italia (raramente si spinge più a nord, mai al Sud) con il suo furgoncino. Scrocca pranzi, cene, pernottamenti, abbigliamento, prodotti, come un venditore porta a porta, ma al contrario, giacca nera e t-shirt merchandising dei suoi progetti sempre più esagerati, sempre più complessi e sempre più pretenziosi. Tutti fermi allo stato embrionale.
Con partecipanti ai vari gruppi di “lavoro”, che chiamano facendo i nomi delle loro aziende, officine, laboratori, condivide pubblicamente dettagli, documenti, schermate di chat, conversazioni telefoniche, audio e video per convincere i malcapitati della bontà dei progetti in corso nonché della veridicità dei contatti e del livello delle conoscenze coinvolte. Progetti diversi ma stessi contenuti che si intrecciano e si integrano. Tutto così grande da essere credibile, tutto così complesso da richiedere tempo e fiducia. I soldi sono destinati ad arrivare alla fine dei progetti ma nessun progetto finisce mai.
E’ così che diverse persone che non si conoscono fra loro finiscono per raccontare a questo sito, versioni che coincidono, con protagonisti personaggi anche importanti (sindaci, governatori, grandi imprenditori), spesso veri e quasi sempre ignari di essere parte garante di qualcosa che non esiste realmente. Persone diverse inviano gli stessi documenti, facendo gli stessi nomi e raccontando gli stessi progetti.
Il tentativo di acquisto dell’A.C. Milan per conto del Principe con tanto di telefonata intrattenuta con il presidente Scaroni, è uno di questi. Ovviamente viene poi comunicato che il contatto è in corso ma non come va a finire, volta per volta. Chissà se al Milan sanno di essere oggetto di discussione in diverse chat di Whatsapp in cui ci sono architetti, maestranze cinematografiche, orafi, sarti, fotografi etc.
L’acquisto dell’ex Ariston (40 milioni di euro sembrano troppi per i Coreani rappresentati da Bernardini ma 30 potrebbero anche andar bene), sfumata a suo dire per un capriccio di Mr Lee di Samsung che avrebbe cambiato idea riguardo all’importare tecnologia marchigiana nel suo paese. Strano perché da sempre l’Umbria e le Marche esportano elettronica in Corea…Nel frattempo l’azienda, in difficoltà, fallisce.
Abbastanza curiosa anche la telefonata in francese ad Airbus per l’acquisto di un jet. Le difficoltà di spostamento a causa del Covid-19, infatti, avrebbero spinto il Principe ad acquistare un aereo per far muovere più liberamente il suo consigliere. Un deciso miglioramento rispetto al Fiat Doblò!
Sempre target top di gamma e acquisto dato per scontato con conseguente vanto fra i “partner”. Dov’è l’aereo?
Nello stesso posto in cui sono i 18 milioni destinati a VR46, noi pensiamo.
Anche la boy band koreana BTS, vestita grazie al progetto Italo-Koreano-Saudita Moda Live (sempre in partenza), supervisionato da Bernardini anche per quanto riguarda l’ambito cinematografico ( i costumi dei film provengono da Moda Live), avrebbe beneficiato dei progetti dell’architetto. Il premio per i partner delle varie aziende? Recitare nel film per il quale sono state già ingaggiate tutte le maestranze. Inclusi un domatore di leoni ed un falconiere.
E nemmeno per il concerto si sarebbe andati a risparmio. Opera dell’architetto, infatti, un palco lungo 200m e largo 50 da trasportare con tre super trucks da far viaggiare fra Italia, Korea e Arabia Saudita, con il benestare dei Samsung (sempre lui, Mr Lee, e sua sorella stilista) e Hyundai per la quale Moda Live starebbe realizzando gli interni delle nuove autovetture.
Hyundai è un po’ una fissazione, dato che compare anche sul mockup delle MotoGP Aramco. Chissà se è informata.
Ci sono i documenti. Come dubitare? Soprattutto se ogni progetto viene definito ormai ad un passo dalla sua conclusione, salvo qualcuno che esiste già perché è stato costruito, anche se da altri architetti, come alcuni parchi veri, alcune costruzioni vere e alcuni edifici veri, fatti da architetti veri ed utiilizzati con sfacciataggine anche nei comunicati inviati.
Telefonate e trattative per realizzare il palco, per acquistare i super truck e per acquistare dei manichini robotici che avrebbero consentito di prendere le misure degli abiti di Moda Live in automatico. Costo di ciascun manichino: circa 7000 euro, ordinandone almeno 200.
Chiamate, accordi, visite ai produttori, tutto come fatto. Business plan e documenti progettuali ottenuti a costo zero con la promessa di essere parte del business o facendo lavorare degli studenti o dei giovani professionisti. Quale azienda si tira dietro per un preventivo? Persino Pininfarina ha fornito dei bozzetti senza sapere che sarebbero diventati le macchine volanti di un film. Noi li abbiamo visti, è giusto che li vediate anche voi.
Vuoi essere pagato? Allora ti compro!
Per chi non vuole lavorare gratis o inizia a protestare, il cliché è sempre lo stesso. Alle prime richieste di denaro da parte di qualche partecipante, la controproposta di acquistare l’azienda, lo stabile, il marchio, in modo da ottenere altro tempo necessario alla trattativa, continuando così a far lavorare il “partner” senza spendere un centesimo. Partono offerte per ogni tipo di azienda, officina, persino multinazionali. Tanto paga o Mr Lee o il Principe.
Ogni incontro è positivo. Come fatto!
E qualora qualche incontro non andasse bene, come con Braccialini o Aprilia, dove l’architetto viene buttato fuori, c’è comunque una presentazione in più da far girare in chat con foto e numeri. “L’incontro è andato molto bene, attendiamo risposta”. E tutti “Bravo, complimenti”, e via così, come ad una riunione di multilevel marketing, ma in chat. Per chi ancora ci casca, resta solo da lavorare. Naturalmente gratis.
Le prime defezioni
È così che una sartoria a Gubbio, per la quale il consigliere del principe è visto inizialmente come opportunità ma poi diventa un passatempo divertente del suo titolare, passa da partner illuso ad amico paziente che per quieto vivere fa passare in cavalleria qualche cena scroccata, una scrivania in ufficio (Bernardini non ha una sede), qualche abito mai ritirato e qualche tunica principesca poi vista in occasione di una conferenza stampa nota a tutti. Valore della tunica: 500 euro più spedizione…a Gubbio, la nuova Riyad. Ecco il costo degli abiti di un principe. Ci sono teen ager del centro che spendono di più.
L’ambientazione della press conference, invece, dicono le malelingue della chat, è quella dell’inquilino marocchino di Bernardini, in ritardo con l’affitto. Malelingue di invidiosi, speriamo, almeno queste.
Eppure anche qui le informazioni coincidono.
La stessa sartoria di Gubbio, entrata per prima nelle file dei “partner”, è la prima ad uscire, nel periodo in cui Misterhelmet inizia a scrivere. Seguita da altri “insoddisfatti” che hanno aperto gli occhi. Ci invia le foto della tunica che tutti abbiamo imparato a conoscere. Tanto Moda Live sembra che non riuscirà mai a decollare, figurarsi se arriva in Arabia Saudita.
Non sono architetto, ma gli arabi sono ingenui e non gliene frega un c…!
“Gli arabi sono ingenui. A loro non interessano i titoli, gli bastano i fatti”, avrebbe ripetuto Bernardini in più di una conversazione. “Scopo di un progettista è far partire progetti giganteschi. Non importa che vadano tutti in porto. Me ne basta uno per diventare ricco e fine della storia.”
Ma alla fine della storia siamo ancora lontani, sia perché nessun progetto è andato in porto, sia perché ci sono ancora molte cose da raccontare e molti personaggi da coinvolgere.
Nel frattempo, aspettiamo i pagamenti.
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